pesci senza branchie

mesi. tanti. pochi. undici. nove.
l'altro ieri.
nel palmo della tua mano la polvere di me. quello che resta dopo lo schianto nella notte fredda e avariata.

seguo il tuo odore. pungente. sa di miele, di musica, di passi rotondi, di parole che bevo come  vino di annata. indugiando e curiosando ogni sfumatura di gusto. senza fretta.

(equivocavo tutto quanto.)
non importa, mi piace. mi sorregge. mi serve. mi danza.

(lentamente la polvere di me tornava forma, pelle, ossa e cuore. senza domandare.)
 

l'illusione perfetta.
compiuta in ogni suo atto.

la scala che riporta nel cielo i passi che sono scivolati giù per terra.
non importa mi sono detta. il tuo odore non mente. ed io lo sento.
e tu questo non lo sai.
  
la magia imporpora tutto. lega e  continua nei sogni con le mani che possono fare, le  labbra che trovano spazio inciampando sui fianchi.
intensi. slacciati.
  
talvolta perplessi. facendo finta che. nessuno spasmo deve portare ombre.
confinando e unendo, una danza ironica, erotica e poi negata. un' altalena.
vieni. vengo. vado. vai. torno. torni.

non si può trattenere  questa impetuosa energia. capitoleremo prima o poi.
non importa in quale giorno.
seguo l'odore che non sa dire bugie. unica certezza mai disillusa.
talmente reale che  prosegue solinga la sua strada senza chiedere a noi, fino a quando si trasformerà in una marea che ci sommergerà prepotente di sorpresa.

saremo come pesci allora, felici senza branchie. respireremo di noi galleggiando sulla spuma bianca e frizzante. ora.

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